venerdì 14 agosto 2009

Elzéard Bouffier e Justin Quayle

L'immagine di Elzéard Bouffier (Jean Giono, L'Uomo che Piantava gli Alberi, 1953), che piantando alberi in una desolata valle provenzale la trasforma in un paradiso terrestre, è senz'altro suggestiva e abbastanza attuale da ricacciare ogni accusa di retorica e banalità. La costanza, la dedizione e la fiducia sono doni che si coltivano come piante, immaginando o sognando i frutti che porteranno.

Pensandoci, saranno stati gli echi delle accuse (fondate o infondate) a Jean Giono di essere un collaboratore della Germania nazista che mi hanno fatto venire in mente con prepotenza - in un accostamento pindarico e improbabile - un altro personaggio che cura gli alberi. Justin Quayle è il protagonista del romanzo The Constant Gardener (2001) di John le Carré. Da questo libro Fernando Meirelles ha tratto un film del 2005 ricevendo anche numerosi riconoscimenti nonostante l'infelice e fuorviante tagline ("Love. At any cost.", che in italiano si può forse tradurre come "Anche il Botteghino ha le Sue Esigenze").

Justin Quayle vive a Nairobi con la moglie, l'attivista Tessa: Justin è un diplomatico, a capo dell'Alto Commissariato Britannico in Kenya. Per lui il giardinaggio è un'occupazione dominante e ossessiva, che lo impegna a fondo distraendolo e alienandolo completamente dalla violenza della realtà che lo circonda. I fiori e le piante di Justin sembrano immuni al dramma che si consuma all'esterno del giardino, ma la violenza entrerà inesorabilmente e prepotentemente anche nel campo visivo del giardiniere costante. Una storia che accosta la cruda durezza del documentario al tono monocorde del protagonista, piena di scaglie aguzze da ripensare in termini quasi allegorici.

L'opinione di Gautam Valluri sulla versione cinematografica del romanzo è qui.

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