venerdì 3 luglio 2009

Illusioni

http://caderno.josesaramago.org/2009/07/03/aparencias/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/07/03/apparenze/

Alcune recenti riflessioni mi riconducono spesso circolarmente allo stesso concetto, il cervello interfaccia. Torno a parlare inevitabilmente dei nostri sensi limitati e ingannevoli, e del mondo-apparenza come prodotto del Reale che da parte del cervello viene passato al setaccio, stravolto e ridotto a pochi dettagli rispetto alla consapevolezza totale che sarebbe propria della nostra natura.
Una visione dell'universo meccanicistica o materialista non può che scontrarsi fragorosamente con questi concetti, con i quali rifiuta semplicemente di convivere: in fondo il fatto che siamo atomici (e quindi attraversabili) è solo una delle tante piccole illusioni che colmano il nostro orizzonte; tra queste ci sono anche la relatività delle dimensioni con cui interagiamo (non è così scontato non essere grandi interi anni luce, o piccoli come quark), o la visione lineare del tempo (che anche la fisica einsteiniana ha messo in discussione). In breve, non possiamo limitarci a sorprenderci delle apparenze triviali dei sensi, ignorando consapevolmente la sfida di superare le apparenze ben più complesse e determinanti della natura stessa della realtà e dell'uomo.
Eppure in numerose scuole della filosofia indiana l'idea delle apparenze è un concetto nodale, che viene affrontato come Maya (illusione) o come Avidyā (ignoranza): in entrambi i casi, l'illusione viene concepita innanzitutto come mancanza di consapevolezza della vera natura monistica della realtà, mentre l'illuminazione implica in primo luogo la consapevolezza dell'unità del tutto e la liberazione dalla prigione dei sensi che ci impongono di credere soltanto in ciò che vediamo, sentiamo, annusiamo. Il concetto viene poi accolto dal buddhismo indiano, poi da quello cinese e infine giapponese, arrivando persino in Germania tramite Schopenhauer, anche se in quest'ambito nessuno - mi pare - ha purtroppo mai parlato del cervello come interfaccia.

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