mercoledì 5 agosto 2009

Differenza tra i colori del Gay Pride e quelli di Almodóvar

http://caderno.josesaramago.org/2009/08/05/almodovar/

Parlando di Almodóvar vengono in mente i suoi personaggi assurdamente veri, i suoi ritratti ironici e caparbiamente ancorati a drammi e miserie tanto incredibili quanto dolorosamente reali. Il suo messaggio è intriso di lirismo, di colori sgargianti, in un persistente ossimoro di festa tragica: il risultato è uno spettacolo grottesco e funambolico della vita, che sconvolge la percezione dello spettatore. Si resta schiacciati e confusi di fronte a immagini psichedeliche e accattivanti in cui sfilano perdite, disastri (anche interiori) e scontri con una sorte inesorabilmente avversa. Non a caso, tra luci e ombre caleidoscopiche e visionarie, i temi che dominano le sue pellicole sono i margini della società, tradotti nel disprezzo per il potere e per i religiosi incoerenti, l'esplicitazione della passione e del sesso, l'allusione al dramma della pedofilia, l'immancabile presenza dell'attrazione omosessuale. E' un cinema affascinante proprio per il suo estremo contrasto di immagine e messaggio, e forse questo concetto è ciò che ancora manca al movimento internazionale per i diritti degli omosessuali: manifestazioni come il Gay Pride (almeno nella riproposizione altamente selettiva e spettacolarizzata dei media) raccolgono - tra tanta gente meravigliosamente anonima - personaggi coloratissimi e in costumi e atteggiamenti fortemente provocatori. E' come se l'omosessualità equivalesse a originalità, destabilizzazione, persino carnevalata, ma qui il colore non vuole più essere messaggio di stridore col dramma della discriminazione: probabilmente è solo voglia di festeggiare e mostrare in libertà il proprio essere, e non c'è niente di intrinsecamente negativo in questo, ma io preferirei un Gay Pride completamente composto e dignitoso, come è dignitoso essere omosessuali. Non è necessario essere omosessuali per avere sete di uguaglianza e libertà: mi piacerebbe vedere uomini e donne insieme a vecchi, bambini, preti, militari, politici e contadini, anonimamente (ma non nascostamente) uniti a dimostrare che l'omosessualità non è un'opzione di originalità e colore, ma un modo di essere assolutamente normale. In futuro ci saranno altri fini e forse altri mezzi, ma oggi i movimenti per il diritto alla libertà omosessuale dovrebbero - a mio avviso - puntare a sgombrare il campo dal vecchio equivoco e pregiudizio, mostrare innanzitutto che gli omosessuali sono persone normali, come la vicina di casa, il vecchio compagno di scuola, l'edicolante dietro l'angolo, l'agente immobiliare.

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