martedì 26 maggio 2009

Armi

http://caderno.josesaramago.org/2009/05/26/armas/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/05/26/armi/


La voce Arms industry di Wikipedia raccoglie un sacco di dati e link interessanti, compresa una lista paese per paese delle aziende che producono armi. Pare che il 36% delle armi vendute nel mondo venga prodotto negli Usa, e che gli altri maggiori paesi esportatori siano Russia, Regno Unito, Germania, Francia, Cina. Si tratta però di un mercato difficile da scandagliare, se non altro perche' nel mondo un quarto delle armi si sposta col mercato nero e le transazioni illegali.
Le industrie d'armi italiane sono rinomate internazionalmente: si va dalla "Fabbrica d'Armi Pietro Beretta" (che produce dal 1526) alla Benelli Armi Spa, che rifornisce anche gli Swat americani, passando per Avio, Fincantieri, Finmeccanica e Agusta Westland, dove accanto a navi da crocera per la Disney si costruiscono le più temibili e sofisticate macchine per combattere nel cielo e nell'acqua. Gli italiani sono degli ingegneri eccezionali.
L'articolo 11 della Costituzione afferma che "l'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo": in altre parole noi non attacchiamo nessuno gratuitamente, ma se necessario esportiamo la pace. Le parole chiave sono "consente" (di questi tempi mi pare ovvio) e "limitazioni di sovranità". Tutto sommato a me sembra un articolo abbastanza ragionevole e forse indispensabile, stante il fatto che qualcuno prima o poi potrebbe decidere, ad esempio, di invadere la vicina Polonia e iniziare a sterminare gli ebrei, però nel consentire le "limitazioni di sovranità necessarie alla pace" in Italia siamo anche riusciti, tra una pizzata e l'altra, a far entrare armi atomiche: secondo la mappa delle armi nucleari di Greenpeace si trovano nelle basi di Aviano e di Ghedi (una mappa concepita diversamente, ma altrettanto preoccupante, è quella dell'International Campaign to Abolish Nuclear Weapons).
Quanto costano le armi? Questo un punto che i detrattori del loro uso amano spesso citare: molti diranno che le armi costano moltissimo, che intaccano le economie, che in numerosi paesi africani assorbono una fetta molto consistente nel prodotto interno lordo... Se da un lato questo è senz'altro vero, riflettendo in termini di economie ricche l'acquisto di equipaggiamento militare non costa poi così tanto: basta pensare che durante le riprese del film Lord of War, per inscenare gli arsenali russi è stato più economico usare 3000 AK-47 veri, piuttosto che acquistare delle armi finte.
A rischio di concludere con un'ovvietà, bisogna anche ricordare che ogni arma viene prodotta allo scopo di neutralizzare (stordire, ferire, uccidere o distruggere) un bersaglio, spesso un bersaglio umano, e che non ci sono sensori per determinare l'età del soldato e del bersaglio: i dati del Child Soldiers Global Report per il 2008 (pdf) sono sconcertanti.
E' possibile eliminare per sempre le armi dal pianeta? Probabilmente no, ma sarebbe possibilissimo limitarne la produzione e l'uso. E' possibile eliminare la guerra come soluzione per risolvere i problemi? Ancora una volta credo proprio di no, ma è possibile ricorrere a numerosi strumenti e soluzioni altenative (politiche, diplomatiche ed economiche) per limitare al massimo il numero e l'entità dei conflitti. Ad esempio, si potrebbe cominciare evitando di esportare democrazia sui carri armati.

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