lunedì 18 maggio 2009

Baffi

http://caderno.josesaramago.org/2009/05/18/charlot/
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Ai tempi di Mussolini, il regime dava del denaro alle famiglie che decidevano di chiamare i propri figli con i nomi più illustri del regime: dalle mie parti sopravvivono ancora parecchi Benito, Adolfo, e c'è persino almeno un Benunzio (i cui genitori, chiamando il figlio sia Benito che D'Annunzio, speravano forse di ottenere un contributo doppio). Questi nomi adesso pesano, come peserebbero i baffi di Charlie Chaplin e Adolf Hitler, che non ho più visto nessuno portare.
E' forse nel film "Il Grande Dittatore" che i baffi "a spazzola da denti" del comico e quelli del tiranno si sovrappongono e diventano un'icona troppo ambigua per sopravvivere a qualsiasi revisione: da allora con questi baffi si rischierebbe di apparire in bilico tra il comico ed il nazista. Senza che nessuno ne abbia praticamente mai parlato, per essere stati portati da due persone tanto diverse, i baffi a spazzola sono diventati importabili, quasi uno sfregio osceno sulla faccia.
E pensare che i due erano nati a quattro giorni di distanza, il 16 e il 20 aprile 1889, e che Hitler stesso teneva nella propria videoteca una copia del Grande Dittatore di Chaplin: pare che lo divertisse.
Forse è normale sentir trasudare tristezza dai film di questo attore geniale e prolifico: per averne un esempio basta guardarlo mentre pronuncia il "discorso all'umanità" del suo primo film col sonoro, che è proprio il Grande Dittatore. E' una maschera tragica di ingenuo idealismo ma di sorprendente attualità, e ci ricorda che gli ideali di oggi sono quelli di ieri, ma da allora sono stati percorsi ben pochi passi per realizzarli, molti nella direzione opposta.

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