martedì 28 luglio 2009

Uomini, donne, individui

http://caderno.josesaramago.org/2009/07/27/problema-de-homens/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/07/27/problema-di-uomini/

Sul rispetto e la valorizzazione della donna, dall'Italia non possiamo fare sermoni a nessuno: siamo il paese dei mammoni, ma anche il paese del sessismo (pure nella pubblicità), del calendarismo, delle veline ministre, del turismo sessuale, del testosterone e del viagra, il paese di tanta gente che sogna di partecipare a reality show o a festini luculliani a villa Certosa. Siamo un paese dove l'assicurazione sugli infortuni domestici delle casalinghe è un'imposizione col retrogusto della presa in giro. Il paese dove due finanzieri violentano una prostituta. Il paese in cui professionalità e stipendi sono ancora legati più al sesso che alle competenze, e anche il paese che l'Europa minaccia di sanzionare per le discriminazioni sull'età pensionabile dei dipendenti pubblici (argomento complesso e ricco per cui mi impongo di non fare digressioni).

La discriminazione delle donne ha sicuramente radici culturali profonde e lontane, ma è anche parte del più generale dramma della violenza verso chi è in minoranza o più debole (penso ai lavoratori precari o disoccupati, ai bambini, agli omosessuali, ai portatori di handicap, agli stranieri, ai nuovi poveri). In passato ho già avuto modo di scriverlo: il progresso tecnologico e le trasformazioni sociali degli ultimi 40 anni non sono stati accompagnati da una crescita etico-culturale parallela. Mentre l'etica diventa anoressica e si infrange in un vuoto nichilista, serpeggia l'idea che l'oggetto del desiderio sia un diritto acquisito, e che per ottenerlo siano giustificati tutti i mezzi e le vie: le conseguenze sono nelle pagine di cronaca e di economia.

In Italia - tra i tanti problemi - siamo anche fatti così: non vediamo individui, vediamo solo uomini oppure donne (oppure stranieri, oppure gay ecc.) con le caratteristiche del singolo che vengono subordinate ad un folto sottobosco di stereotipi. Le reazioni di contrasto a questa visione si sono spesso dimostrate lente e arretrate, come la pretesa di esigere "una donna uguale all'uomo", concetto malato che crea un paradigma maschile ideale con cui confrontarsi, e quindi implicitamente superiore. In passato ci siamo anche nutriti della presunzione esplicita che l'uomo fosse migliore della donna o viceversa: abbiamo sostenuto le nostre tesi con motivazioni come la resistenza al dolore della donna, la forza dell'uomo, la presunta maggiore sensibilità e intelligenza dell'una o dell'altro, ecc. Fortunatamente la donna non è uguale all'uomo, e non è né migliore né peggiore. Ovviamente, è nella diversità che c'è la ricchezza, nel confronto la crescita, nel rispetto il progresso.

Nessun commento:

Posta un commento