venerdì 12 giugno 2009

Schiavismo e clandestinità

http://caderno.josesaramago.org/2009/06/12/corpo-de-deus-2/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/06/12/corpo-di-dio/

Vicende come quella di Frans Rilles succedono anche in Italia, come in tutti i paesi benestanti e vecchi, ma la religione non c'entra: c'entrano l'ignoranza, l'opportunismo, la rapacità, la tendenza a minimizzare e giustificare tutto - ma soltanto un piccolo passo alla volta - fino a trovarsi giustamente in prigione e ingiustamente in ospedale o al cimitero. Forse qualche volta è buono il rapporto tra operai clandestini e padroni (non li chiamerei datori di lavoro), forse qualche volta gli operai vengono anche trattati e pagati dignitosamente, forse se non vengono assunti è solo per evitare le tasse. Non importa: nell'illegalità si privano gli immigrati del diritto di vedere riconosciuto il proprio contributo, della speranza di potere un giorno essere regolarissimi, normali, anonimi residenti in Italia, o vedere i propri figli diventarlo.
Chi emigra in un paese straniero e vi lavora onestamente (in tanti casi al ritmo serrato e instancabile di chi è abituato al sacrificio e motivato al miglioramento delle proprie condizioni) merita accoglienza, rispetto e dignità; invece la logica del profitto miete vittime, genera odio, scava differenze, soffoca la speranza e riduce gli stessi sfruttatori a una crisalide vuota, a un simulacro di civiltà che poi si schiera per "rimandare a casa loro" gli stessi clandestini che sfrutta.
Si può essere cristiani o meno, ma Gesù Cristo non ha mai predicato nulla del genere, e non è detto che chi va in chiesa stia necessariamente dalla parte degli schiavisti: forse prega proprio per le vittime, e per la coscienza di chi le sfrutta. Chissà che effetto ha il Vangelo sugli schiavisti: applicheranno un filtro più o meno conscio alle informazioni per sentirsi in perfetto stato di grazia? Si pentiranno nel profondo soltanto fino all'uscita sul sagrato? O forse sentiranno il prepotente pungolo della giustizia?

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