lunedì 20 luglio 2009

Comunicatori in politica

http://caderno.josesaramago.org/2009/07/20/jardinices/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/07/20/jardinizie/

Anche in Italia ne abbiamo di simili: gente che promette di uscire dalla politica e poi non esce (come Veltroni) e gente che si arroga diritti speciali e poteri straordinari (come Berlusconi).

Un grande problema della 'moderna' - si fa per dire - politica italiana è che il popolo permette ai propri governanti (o aspiranti tali) qualsiasi cosa, in un'atmosfera nebulosa della quale non si capire la composizione: parti di indifferenza, parti di sfiducia, molecole di disinteresse, corpuscoli di rabbia e impotenza.

Quel che è certo è che la gente non è certo soddisfatta e fiduciosa nei confronti dei propri amministratori: la distanza tra politici e persone si allarga e - oltre ai tanti che per interesse restano incollati al cadreghino - nel favore delle masse si salvano solo quelli che riescono a emergere come grandi comunicatori [chissà quando se ne accorgeranno e renderanno pubblica questa semplice verità, i meteorologi del parlamento].

Gli altri - i politici tradizionali - sono rimasti indietro: si aggirano come zombi senza capire che la fiducia degli elettori si guadagna condividendo con loro il proprio operato, le proprie idee e i propri progetti e sogni, in un coinvolgimento che deve essere attivo e continuo.

Altrimenti, ora più che mai, arrivare direttamente alla gente e riuscire a farsi ascoltare è molto difficile: con vie e visioni molto diverse, da noi ci riescono solo Berlusconi e Grillo. E' recente il tentativo di quest'ultimo di correre, a sorpresa, per la segreteria del PD, e non stupisce che alcuni sondaggi non ufficiali lo diano come il favorito, con un distacco smisurato nei confronti di D'Alema, Veltroni, Marino, ecc.

A questo punto sorge spontanea una riflessione: se io - donna o uomo politico - non sento la distanza e la sfiducia della gente nei miei confronti, che razza di incapace sono o sono diventato? E se invece riesco a percepire questa sfiducia e questa distanza, con che faccia e che dignità me ne sto tranquillamente al mio posto?

Mi piacerebbe capire come - in una posizione di potere - si possa riuscire a evitare questo semplice ragionamento; o forse se riuscissi a capirlo quel che concluderei non mi piacerebbe.

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