giovedì 16 luglio 2009

Iglesia de San Juan Bautista, Alarcón

http://caderno.josesaramago.org/2009/07/16/as-cores-da-terra/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/07/16/i-colori-della-terra/

La Iglesia de San Juan Bautista di Alarcón (coordinate) è stata costruita nel XVI secolo. E' un bell'edificio romanico che nel corso della storia è stato sconsacrato e destinato ad altri usi. Nel 1995 il pittore Jesús C. Mateo (nato nel 1971) ha iniziato a dipingerne gli interni col suo colore potente e il suo stile evocativo, che al contempo si fondono e contrastano in modo sorprendente con le colonne grigie dell'unica navata. Dal 1997 la chiesa è patrocinata e protetta dall'Unesco, e attualmente ospita il Centro de Arte Pintura Mural de Alarcón. Internet ci da' la possibilità di visitare virtualmente l'edificio, ma un'opera così originale merita senza dubbio un viaggio per sostare in silenzio tra le mura e perdersi nei colori e nelle forme che trasformano queste pareti in un universo pulsante fatto di una surreale tangibilità.
Resta un dubbio: che cosa c'era su queste pareti prima dell'intervento di Jesús Mateo? Speriamo che non esistessero dipinti romanici o rinascimentali, altrimenti ci sarebbe di che strapparsi i capelli.
Nel caso non fossero rimaste che pareti spoglie, interventi come questo dimostrano consapevolezza e senso della storia; è nella storia che continuiamo a vivere, e che non possiamo esimerci dall'intervenire: simili opere dovrebbero farci riflettere sull'opportunità di continuare a costruire e modificare, dove l'arte e la funzionalità lo richiedano. Il rispetto della tradizione - di cui ho scritto di recente - non può infatti far chiudere gli occhi al futuro, e deve anzi deve rifuggire un'aprioristica sacra intoccabilità di ciò che è stato fatto in passato. L'alternativa è trasformare la vecchia Europa (soprattutto l'Italia) in un gigantesco museo del passato, inamovibilmente e stancamente destinato al solo consumo turistico: verrebbe in mente l'agonizzante Venezia, se un recente guizzo fuori dal fango non le avesse almeno regalato (si fa per dire, visti i 12 milioni di euro di realizzazione) il bel ponte della Costituzione del geniale Calatrava.

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