mercoledì 10 giugno 2009

Bambini senza briglie

http://caderno.josesaramago.org/2009/06/10/uma-boa-ideia/
http://quadernodisaramago.wordpress.com/2009/06/10/una-buona-idea/

E' davvero lodevole fornire ai giovani che diventano maggiorenni gli strumenti per conoscere il proprio paese, i propri diritti e i propri doveri, ma resta da risolvere se e come far loro apprezzare questi argomenti prima della maggiore età. A 18 anni si diventa maggiorenni da un giorno all'altro - alcuni si sorprendono di come in fondo non cambi nulla e si rimanga gli stessi del giorno precedente - ma la costruzione del senso civico di una persona comincia molto prima, probabilmente quando iniziamo a capire che la mamma vorrebbe che mettessimo a posto i giocattoli sparsi per la stanza. Già allora impariamo a non trattare lo spazio intorno a noi - che diventerà la cosa pubblica - come una Landa degli Unni o la nostra spazzatura personale. Sarà il buon genitore, con pochi e solidi punti fermi, a insegnare al bambino i valori umani fondamentali, ma soprattutto gli lascerà la possibiltà di sperimentarli e farne continua esperienza da solo. Il rispetto per se' stessi e per gli altri, l'orrore per lo spreco, l'apprezzamento delle differenze e del confronto verranno da sé, se un bambino crescerà senza briglie, libero di provare tante esperienze formative. Conosco genitori che chiudono i pulcini in casa e li avvolgono in cappotti, farmaci, vaccini e integratori, controllano che non inciampino e seguono con cura ogni loro passo, gioco ed esperienza, difendendoli ad ogni costo da quello che appare loro come un minaccioso mondo esterno (spesso anche contrastando gli insegnanti, e creando un conflitto di autorità che sconquassa totalmente la visione del mondo del discente): questi padri e madri apparentemente non si rendono conto che stanno formando persone potenzialmente insicure, ansione, viziate e insofferenti. Quanto sono ammirevoli invece i genitori che - anche facendo forza su se' stessi e la loro istintiva preoccupazione - danno fiducia ai propri figli lasciando loro la libertà di testare il mondo intorno a sé, di inciampare, sperimentare e toccare le cose tra i loro simili, gli animali, la terra e i microbi: magari questi bambini si sbucceranno le ginocchia più spesso, mangeranno qualche formica e piangeranno un po', ma saranno senz'altro persone più sicure e aperte a nuove esperienze, al confronto e anche alla sofferenza che inevitabilmente troveranno lungo la strada. Il resto del lavoro formativo - contemporaneamente e parallelamente ai genitori - spetterà naturalmente alla società e soprattutto alla scuola, che nel migliore dei casi sarà una fucina di esperienze e possibilità, creatività e disciplina. A tempo debito, se regaleremo la Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo e la Costituzione a giovani cresciuti in modo sano, li metteremo in mani consapevoli e curiose, altrimenti rischieremo di distribuire carta straccia.

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